Chi Siamo Le Nostre Produzioni Eventi Contattaci Links

 
Torna all'Homepage
  !  
  Coro Minatori di Santa Barbara

 

Compra on-line il CD
"Coro Minatori di Santa Barbara"


Coro Minatori di Santa Barbara "Coro Minatori di Santa Barbara"
CD
Ascolta degli estratti


01 O SACRUM CONVIVIUM (Mp3)
02 GLORIA (Mp3)
03 INCIPIT ORATIO JEREMIAE PROPHETAE (Mp3)
04 TENEBRA FACTAE SUNT (Mp3)
05 O VOS OMNES (Mp3)
06 AVE MARIA (Mp3)
07 O COR SOAVE (Mp3)
08 INTERNA SETE ARDENTE (Mp3)
09 ADESTE FIDELES (Mp3)
10 O SALUTARIS HOSTIA (Mp3)
11 MESSA ITALIANA (Mp3)

Coro Minatori di Santa Barbara


Coro Minatori di Santa Barbara

L'iniziativa di alcuni appassionati di canto corale, dava origine circa 65 anni fa, alla Corale Minatori di Santa Barbara: la componevano nella quasi totalità, minatori della zona maremmana, i quali sottraendo ore al riposo e ad altri impegni, iniziarono a lavorare a Massa Marittima sotto la guida di Don Omero Martini. Dopo un lungo periodo di studio, cominciarono le prime sortite e i primi successi: fin dall'inizio, il Coro si presentava nel repertorio polifonico classico, e faceva conoscere alle popolazioni i nomi di Palestrina, Lasso, Monteverdi,, Viadana, Victoria. In seguito si aggiunsero musiche moderne e contemporanee, canti popolari e folcloristici, nelle armonizzazione del maestro del coro.
In breve l'attività del Coro si fece piu' intensa e qualificata: non erano piu' minatori, poiché nuovi insediamenti industriali avevano costretto molti a cambiare lavoro, ma restava il nome di Santa Barbara e lo spirito che aveva animato il gruppo. Il Coro partecipa a concorsi nazionali e internazionali (Arezzo, Roma, l'Aja) ottenendo segnalazioni e riconoscimenti lusinghieri, come il conferimento di primi e secondi posti in varie competizioni. Nel 1974, il Premio Internazionale Apollo Musagete per la Musica e la Danza, assegnato da una giuria in cui erano presenti Roman Vlad, Leonardo Pinzauti, Luciano Alberti, Fosco Corti, confermava il livello artistico delle esecuzioni del Coro, già riconosciuto, tra l'altro, dalla Rai Tv che nel 1969 gli dedicava un'intera trasmissione televisiva. Partecipa con successo ai concorsi internazionali di Gorizia, Ravenna e Montreux, e alla rassegna internazionale di Cappelle Musicali di Loreto; proprio qui nel 2000 e nel 2001, è ospite d'onore tenendo il concerto inaugurale.
Nel 1980 con l'inserimento di due sezioni femminili si trasforma in coro misto e da quell'anno è diretto dal Maestro Maurizio Morgantini. Nel 1981 prende parte alla IV Rassegna Polifonica Internazionale "G.P. da Palestrina". Nel 1990 arricchisce di una sezione di voci bianche.
Numerosissimi sono stati i concerti in grandi e piccoli centri italiani ed esteri, così come numerose sono state le registrazioni per la radio e la televisione. Dal 1998 il coro partecipa e concorre all'organizzazione del Festival di Musica Sacra, che vede la rappresentazione di oratori per soli coro ed orchestra, di Domenico Bartolucci, e tiene concerti in numerose città italiane.
Nel maggio 2001 effettua in Baviera una serie di concerti di musica polifonica, lirica e popolare toscana. Poi, è storia recente.


Formazione storica risalente all'anno 1978 quando fu realizzato il disco di vinile oggi ristampato in formato compact-disc

PRIMI TENORI
  • Augusto Agostini
  • Piero Bindi
  • Ilio Biagi
  • Fabio Cavalli
  • Mario Panichi
  • Algelo Soldatini
SECONDI TENORI
  • Angiolino Innocenti
  • Cesare Lipparini
  • Gualtiero Manetti
  • Roberto Massai
  • Maurizio Morgantini
BARITONI
  • Leonetto Cappellini
  • Emidio Conedera
  • Enzo Corbolini
  • Alessandro Vannini
BASSI
  • Lindo Cenni
  • Mario Delle Monache
  • Enzo Gambardella
  • Benito Luitprandi

Don OMERO MARTINI (fondatore e direttore)

Don Omero Martini (1908 - 1981), diplomato in composizione e direzione polifonica a Roma, è stato, fin dall'inizio (1952), il Maestro del Coro Santa Barbara, dedicandosi a questa attività con ammirevole serietà professionale e autentica passione. Egli ha trasmesso nei cantori il suo grande amore per la polifonia classica, che si è espresso anche nella composizione di notevoli pagine musicali, fra le quali si segnala per la nobiltà dell'ispirazione "La passione del Signore" per soli, coro, orchestra d'archi e organo, eseguita dal Coro Santa Barbara per festeggiare il suo 300° concerto.


Note "critiche" sui titoli nel disco

Quanti, fra gli studenti di conservatorio che si affannano sugli esercizi di armonia a quattro parti, hanno piena coscienza che quel tipo di scrittura nasce da una concezione essenzialmente vocale del far musica, è pensata avendo idealmente di fronte quattro cantori che coprono diverse estensioni e posseggono diversi timbri e intensità sonore? Non molti, parrebbe, a giudicare dalla diffusione ancora limitata della musica corale, sia come pratica dilettantistica che come abitudine d'ascolto in concerto e in disco: e gli studenti di conservatorio spesso disertano le lezioni di musica corale come fossero una perdita di tempo, senza riflettere sull'utilità, per quanto riguarda fraseggio e spontanea espressività, che può trarre un pianista e un clarinettista dall'eseguire sul suo organo naturale, la voce, certe frasi, dall'equilibrarne sonorità e volumi.
Ma tant'è: coscienza storica e mode imperanti raramente si trovano d'accordo, e in un epoca come la nostra, in cui sembra che la musica debba aggredirci con i suoi volumi assordanti, con l'abbagliante risalto di un intervento solistico, con le masse di centinaia di orchestrali, il dedicarsi all'ascolto o all'esecuzione di musica polifonica del Medioevo o del Rinascimento può apparire un piacere di estrema raffinatezza, riservato ai palati ultrasensibili ed intellettuali macerati e occhialuti.
Il Coro Santa Barbara di Massa Marittima, con le sue innumerevoli esecuzioni in ogni angolo d'Italia e con questa incisione, ci dimostra, invece, che è vero l'esatto contrario: con trenta e piu' anni di vita un simile organismo vocale e lì a indicare a tutti gli uomini "di buona volontà" che nella grande musica - anche in quella apparentemente più remota dal gusto contemporaneo - esistono valori artistici e umani che possono essere raccolti e trasmessi senza intervento di tramiti culturalistici.
E si pensi che questi lavoratori si avvicinano ai momenti piu' alti e piu' ardui della polifonia rinascimentale, a un Palestrina, a un Victoria, e per di piu' alla loro produzione sacra, scritta per voci "pari" cioè solo maschili. Rispetto al repertorio profano a voci miste, è assai piu' difficile riuscire a sbalzare effetti di contrasto e sfumature all'interno di un corpo vocale "petroso" come quello offerto dal solo timbro maschile e con pagine sempre d'ispirazione religiosa: ma si ascolti la prima facciata del disco e si consideri la varietà di accenti, le "mistiche" trasparenze, gli spessori drammatici, i toni di preghiera sommessa che il Coro Santa Barbara sa trarre dai grandi maestri della polifonia sacra con la semplice contrapposizione e intreccio di Tenori Primi e Secondi, Baritoni e Bassi.
Il "romano" Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), pur nell'estrema sapienza della sua scrittura polifonica, appare incline a un melodizzare piano e discorsivo, come appare nel Gloria - una scarna eppur partecipe recitazione liturgica, senza fioriture illustrative, e con un solo effetto di fuga nel finale "Cum Sancto Spiritu" - ed anche nell'Ave Maria, un mottetto su un testo un po' diverso da quello della preghiera "ufficiale", che nella sua intricata polifonia, senza una pausa, produce l'effetto di un incontenibile slancio di "pietas" religiosa. E gli accenti piu' intensi e drammatici non sono mai sovrastanti, neppure nella Lamentazione, per la Settimana Santa Incipit oratio: sono gli spiriti di un'austera chiesa riformata che si esprimono nella fedeltà al canto gregoriano e in una sapienza compositiva che non tradisce mai alcuno sforzo intellettualistico e programmatico, in una musicalità che ha la perentorio bellezza delle cose di natura.
Lo spagnolo Tomàs Luìs de Victoria (1548-1611), per quanto di educazione romana e forse allievo dello stesso Palestrina, denuncia una sensibilità piu' accesa, una religiosità che tocca livelli di tensione mistica e lo impatrenta con i grandi santi della sua terra di Spagna: Teresa D'Avila, Ignazio di Loyola e Giovanni della Croce. Il raffronto fra l'Incipit oratio di Palestrina e le sue pagine per la Settimana Santa, Tenebrae facta sunt e O vos omnes è eloquente: sono canti pieni di contrasti di volumi, di altezze, pervasi da un tragico senso della morte, così comune alla cultura e all'anima spagnola. Ma non vi mancano improvvisi slanci di trepida commozione (come nell'episodio "Et inclinato capite" del responsorio Tenebrae, attraversato come da un tragico sospiro per la morte di Cristo) o di caldo stupore come del fedele di fronte al sacro rito, che si sfoga in un semplice "Alleluja" (nel mottetto O sacrum convivium).
Ad una piu' semplice ed immediata religiosità, intrisa di spiriti popolareschi, si richiamano i due canti Interna sete ardente e O cor soave: celo dicono il teso, in volgare, che abbandona la severa lingua latina, e la scrittura musicale, a tre voci, vicina alle canzonette profane, omofona, vivace nel ritmo, quasi del tutto priva di dotte imitazioni contrappuntistiche. Una breve pagina come O salutaris hostia documenta quanto viva sia stata in Lorenzo Perosi, il celbre musicista sacerdote vissuto tra il 1872 e il 1956, direttore fino alla morte della Cappella Sistina, l'aspirazione a un canto disteso e caldo, a momenti con intense inflessioni melodrammatiche, accanto a una vastissima dottrina contrappuntistica e un devoto amore per la semplicità del canto gregoriano. Non diversamente la Messa italiana di Omero Martini, suo allievo ideale, si rifà alla grande polifonia rinascimentale, sentita con una sorta di candore flice, con una fede in valori spirituali e musicali che non sembrano soggetti a tramonto.
E' una messa liturguca, essenziale, post-conciliare e dunque in lingua italiana, scritta per una comunità che si riconosce nella polifonia come nella lingua privilegiata, eterna, di comunicazione fra i fedeli e la Chiesa. Un recupero discreto di un melodismo accattivante appare qua e là nella Messa, facendola sentire vicina al tradizionale canto natalizio Adeste fideles (armonizzato con sapiente linearità dallo stesso Martini) come a certi canti popolari che la Corale Santa Barbara ha nel suo repertorio: un'altra espressione, più immediata ma altrettanto profonda, radicata nella terra, nelle tradizioni, nell'umanità semplice e sofferente da cui questi cantori-lavoratori traggono l'energia e lo slancio per cantare in musica le piu' alte lodi del Signore.

 

Ennio Morricone
La Fidanzata del Bersagliere
fidanzata_bersagliere

Pericle Odierna
Ho Perso La Faccia
ho_perso_la_faccia

Guido Felizzi e
Marco Lo Russo

Ichnos
ichnos

Marco Frisina
Alba romana


Gian Carlo Menotti
The Consul
menotti

Maurizio Bignone &
Cristiano Nasta

Conquests
conquests

Marco Frisina

Best of Marco Frisina
best of frisina

Cecchi / Santoro

Recital Mediterraneo

Marco Frisina

Charitatis Hostia
(CD e DVD)

Giovanni Paolo II
Colonna Sonora originale

San Pietro
Colonna Sonora originale

Marco Frisina
Verso la gioia


| Chi Siamo | Le nostre produzioni | Eventi | Contattaci | Links |
Copyright 2004 Heristal Entertainment - Contatta il Webmaster - Credits